La storia

Andrea Gritti nasce nel 1455 a Bardolino (Verona). Dopo la morte del padre la sua educazione, prevalentemente di stampo umanistico, avviene sotto la guida del nonno Triadano, che riveste importanti incarichi per la Repubblica di Venezia. Giovanissimo viene condotto dal nonno in varie ambascerie in Inghilterra, Francia e nelle Spagne.

Intorno al 1485 si trasferisce a Costantinopoli per dedicarsi al commercio. Qui stringe rapporti con il sultano Bayezid e diventa punto di riferimento per tutta la comunità dei mercanti europei.

Per ragioni non del tutto chiare, in un momento di conflitto tra Venezia e la Porta (1499-1503), Gritti viene imprigionato, ma non sembra interrompere quel flusso di preziose informazioni e soprattutto di suggerimenti sul comportamento da tenere con il Turco che egli continua, non si sa bene come, a far giungere a Venezia (cfr. Sanuto, "Diari"). In circostanze altrettanto misteriose viene liberato, anzi rientra a tal punto nel favore del Sultano che questi suggerisce addirittura al Senato veneto di conferirgli l'incarico ufficiale per trattare la pace. Il rapporto privilegiato di Andrea Gritti con la Sublime Porta continuerà per tutta la sua vita.

Rientrato in patria, nei primissimi anni del XVI secolo, Gritti ricopre varie cariche senatorie e diplomatiche, nel 1505 è podestà a Padova.
Frattanto, a seguito della politica espansionistica in terraferma perseguita nella seconda metà del XV secolo, Venezia si trova a dover fronteggiare la Lega di Cambrai propugnata da Giulio II. Nel maggio del 1509, ad Agnadello lo Stato Veneto subisce una gravissima disfatta militare e perde di conseguenza tutti i domini sulla terraferma. Andrea Gritti, nominato capitano generale, riconquista rapidamente Padova e successivamente gran parte dei territori perduti, tuttavia questo rimane il momento cruciale per la storia della Repubblica che sarà costretta, d'ora innanzi, a ridimensionare la propria politica e la propria immagine. Nel 1509 Andrea Gritti è eletto alla Procuratoria di S. Marco: questa nomina, appannaggio di un numero ristretto di patrizi, era emblematica di una carriera politica di particolare prestigio. Nel decennio successivo si susseguono infatti importanti incarichi sia di politica interna che all'estero. In questo periodo si intensificano in particolare i suoi rapporti con la corte francese.

Nel 1523 viene eletto doge, carica che reggerà fino al 1538, anno della sua morte. È sepolto a Venezia nella chiesa di S. Francesco della Vigna.

(Testo redatto da prof. P. Martinelli, 1991, in occasione del concorso per dare un nome alla scuola)

Pubblicato il 28-03-2023